L’ottimizzazione SEO per molti è un semplice accorgimento tecnico. Per gli addetti ai lavori, invece, si trova di un lavoro a tempo pieno, che richiede un gran numero di competenze tecniche, oltre che una mente elastica e intuizione.
Prese singolarmente, si tratta nient’altro che di piccole modifiche al tuo sito web. Ma se si esamina l’ottimizzazione SEO nella sua interezza, si nota facilmente come si tratti di un intervento complesso e che può richiedere anche molto tempo per raggiungere risultati.
Proprio perché richiede anche competenze tecniche e l’utilizzo di tool professionali, non sarà semplice per un imprenditore metterci mano. Ma oggi vogliamo comunque provare a spiegarti le basi di questa metodologia che ha come scopo, in sostanza, aiutare Google a trovarti.
Come l’ottimizzazione SEO può aumentare le visite al tuo sito e aiutare il tuo business
Qual è lo scopo dell’ottimizzazione SEO? Non si tratta di abbellimenti estetici, ma funzionali. Il fine ultimo è quello di rendere il tuo sito facilmente fruibile, creando così una user experience di livello. E questo è solo uno dei motivi per cui Google, vedendo che il tuo sito è apprezzato, decide di posizionarti più in alto nella classifica dei suoi risultati di ricerca.
Ovviamente ci sono molti altri criteri che Google stesso prende in considerazione, ma qui dobbiamo rivelarti subito una verità amara.
Non abbiamo la formula che Google usa.
E non ce l’abbiamo perché non ci siamo impegnati a trovarla – credici – ma semplicemente perché Google non l’ha mai resa pubblica.
Sarebbe stato come pubblicare la formula della pietra filosofale, no?
Quindi, quello che possiamo fare è mettere insieme tutte le informazioni che abbiamo a disposizione e cercare di apportare tutti i cambiamenti che possiamo. Trascurarne qualcuno non significa automaticamente che finirai in ultima pagina ma che, non sapendo tutto quello che Google giudica, quello che non hai fatto potrebbe essere solo una piccola parte delle migliorie da fare. E allora sì che finiresti in ultima pagina. Quindi, cominciamo?
Ci sei o non ci sei?
Forse la prima cosa da fare in ambito di ottimizzazione SEO è proprio quella di verificare se il tuo sito è stato indicizzato, ossia se è presente su Google. Ovviamente attraverso una semplicissima ricerca!
Se ci sei, siamo già a buon punto. Se invece non fosse così, significa che il tuo sito è costruito in maniera tale da far storcere il naso a Google, che ha deciso quindi di snobbarti. Cosa significa questo?
La domanda che ti stai ponendo sarà probabilmente “Ma come faccio a non esserci? Il sito l’ho fatto”. Il problema è che la ricerca Google non funziona proprio così. Come abbiamo spiegato dettagliatamente qui, quando effettui una ricerca Google non restituisce tutti i risultati del web. Si tratterebbe di miliardi di miliardi di siti, sarebbe impossibile! Google scandaglia quindi il web attraverso i suoi crawler per far trovare loro contenuti interessanti, che poi inserisce in un indice. Quello che tu trovi cercando su Google appartiene esclusivamente a questo indice.
Adesso la domanda diventa: come aiuto Google?
I risultati di ricerca
Potremmo dire che il lavoro comincia prima ancora di entrare nel sito: parliamo degli snippet. Questi sono quelle stringhe di testo che costituiscono i risultati di ricerca di Google. Un primo esempio di ottimizzazione SEO è proprio quello di costruire gli snippet in maniera da far capire immediatamente quello di cui si sta parlando.
Il titolo e la meta descrizione (la parte sottostante in grigio) devono entrambe contenere la parola chiave, ma se il primo deve essere una parte del tag H2 (ci arriveremo), la seconda non deve essere invece una semplice ripetizione del testo interno alla pagina.
I titoli devono essere brevi ma descrittivi, e quindi attinenti all’argomento della pagina. Oggi Google fissa il limite ottimale di un titolo a 70 caratteri, ma i valori cambiano continuamente.
La struttura del sito
Passiamo al sito in sé. Nel caso di ottimizzazione SEO wordpress o di qualunque altro tipo di sorgente usata, è molto importante organizzare tutti i contenuti in una struttura coerente. Ecco perché tutti coloro che si occupano di realizzazione siti web costruiscono una mappa del sito.
Questa mappa, che potremmo anche chiamare albero in relazione alla sua struttura, serve a organizzare i contenuti in base alla loro importanza.
Quello che noi facciamo come agenzia SEO, ad esempio, è innanzitutto confrontarci con i clienti per capire quali sono i contenuti a cui loro vogliono dare rilevanza. Poi sentiamo anche la “campana” del web, verificando invece quello che è importante per gli utenti, e matchando questi due risultati arriviamo a una proposta di mappa.
La motivazione non sta solo in ciò che vogliono i nostri clienti. Google stesso infatti dà importanza preliminarmente alle pagine principali, ossia quelle che hanno un collegamento diretto con l’homepage. Più passaggi intercorrono tra la singola pagina e l’homepage, meno quella stessa pagina verrà considerata da Google.
Ecco perché anche gli url diventano rilevanti: insieme agli snippet, anche questi forniscono informazioni rilevanti sul contenuto, e rappresentano il percorso che si deve fare per giungere a quella determinata pagina.
Oltre a ciò bisogna anche assicurarsi di offrire un’esperienza di navigazione facile per gli utenti.
Se l’albero è utile per gli utenti, per i crawler sarà invece necessaria una sitemap, che elenchi tutte le pagine del sito con relative url, per consentire ai crawler di verificare l’aggiornamento dei contenuti.
I contenuti
Più di tutto, probabilmente, sono i contenuti il criterio che fa giudicare il tuo sito come buono o pessimo. Parte dell’ottimizzazione SEO sta quindi anche nel prendersi cura di questi aspetti.
Prendiamo ad esempio i testi. Le regole di base dicono che questi devono contenere almeno 300 parole (1000 per gli articoli di blog), e devono avere una o più parole chiave, oltre a un numero variabile di tag H1, H2, H3…
Per la lunghezza ti rimandiamo ai nostri consigli di scrittura. Per quanto riguarda le parole chiave, queste sono le parole che gli utenti immettono in rete per ricercare argomenti simili al tuo.
Ripetendo queste parole all’interno del testo avrai più possibilità di essere trovato. Per verificare il volume di ricerca delle parole chiave esistono alcuni tool online, tra cui citiamo Seozoom e Semrush, due dei più famosi.
Il tag H1 è invece il titolo della pagina, mentre il tag H2, di solito più lungo, può essere inserito come sottotitolo, all’interno del testo oppure alla fine. Il testo può inoltre avere dei tag H3, H4, H5 e così via, che spesso sono costituiti dai titoli dei singoli paragrafi.
Piattaforme come WordPress offrono inoltre un servizio di “check” sul testo, che permette di verificare se quest’ultimo è scritto secondo gli standard di Google (frasi non troppo lunghe, poca forma passiva, paragrafi brevi).
Ultimissimo consiglio per i contenuti: non copiare da testi presi in giro per il web! Se ne accorgerà non solo l’utente, ma anche i crawler, che ti penalizzeranno.
Le immagini
Anche le immagini hanno un ruolo rilevante per l’ottimizzazione sito web. Il consiglio più importante riguarda le descrizioni. Nel momento in cui inserisci un’immagine in una pagina, ricordati di specificarne il contenuto nelle descrizioni.
La descrizione deve contenere la parola chiave di riferimento e deve inoltre chiarire il contenuto dell’immagine stessa. Anche qui, l’accorgimento è dovuto non solo all’utente (es. il browser non carica l’immagine ma l’attributo alt la descrive comunque), ma anche i crawler apprezzeranno, poiché così anche le immagini potranno essere inserite nei sistemi di lettura vocale.
I link
Prendi in considerazione anche i link tra una pagina e l’altra. In ogni pagina dovrebbe essere contenuto almeno un link che rimanda alla pagina “madre”. In questo modo sarà più facile risalire alla homepage e navigare per il sito, migliorando la user experience. Il link non deve essere inserito “tanto per”, ma deve essere nascosto dietro un anchor text che invogli l’utente al click!
Il mobile
Infine, devi assicurarti che tutto il lavoro che hai fatto sia correttamente fruibile anche dai dispositivi mobili, che oggi rappresentano la fetta più grossa di device utilizzati per la navigazione.
Potresti dover riconfigurare il menù o la grandezza delle immagini o del testo per renderlo visualizzabile anche da schermi più piccoli.
Questi sono solo alcuni degli accorgimenti che fanno parte dell’ottimizzazione SEO. Mancherebbero ancora questioni importanti come link nofollow, file robots, dimensione delle immagini, impostare pagina 404 personalizzate…
Come hai avuto modo di vedere, non si tratta di semplici correzioni, ma di un lavoro in divenire, che deve adattarsi agli standard che Google cambia continuamente.
Non ci resta che augurarti buon lavoro!